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Twitter: (fine) di un social network?

social media manager Alessandra. A proposito, su Twitter la trovate come @cicalina.

Alessandra, liberaci subito dal dubbio: che fine ha fatto Twitter?

Nel mondo dei social non se la passa benissimo, ma non è corretto pensare che sia morto (ricordiamoci che ci sono utenti che lo usano quotidianamente) o non includerlo all’interno di una strategia social solo perché “più debole” rispetto a Facebook. Concetto, tra l’altro, relativo. Per alcuni settori e per determinati obiettivi Twitter è sicuramente più performante di Facebook e Instagram. Per fare un esempio recente cito Apple che ha scelto di trasmettere in diretta Twitter l’ultima presentazione dei suoi dispositivi. E se vogliamo restare in Italia penso immediatamente a TIM che, per Sanremo 2017, ha acquistato l’hashtag #sanremo2017 seguito dal logo del brand. twitter Ricordiamoci anche che Twitter resta il social più tempestivo (in alcuni casi ha anticipato addirittura la stampa), tanto che diverse aziende lo usano per comunicare in tempo reale con i clienti. Un vero e proprio servizio di “social customer care”.

Se Twitter può considerarsi una sorta di agenzia stampa social, possiamo ipotizzare che, come il bisogno di informazione, non morirà mai?

Non mi azzarderei a dire che non morirà mai, anche se personalmente spero nella sua sopravvivenza. Tra i social, penso sia il più “intelligente”, ma non è sicuramente l’unico canale di informazione per un utente. Se è ottimo per l’informazione istantanea, i 280 caratteri non sono sufficienti per approfondire un argomento. Ci tengo comunque a precisare che per l’instant marketing Twitter resta ancora la piattaforma numero uno.

Gli iscritti alla piattaforma Twitter non crescono e tutti si domandano perché l’azienda non abbia ancora chiuso battente. Sai dirci perché, nonostante i numerosi tentativi e passi in avanti introdotti, il social resta nel limbo?

Twitter ha sicuramente introdotto novità interessanti, ma non ha saputo sfruttare i suoi stessi punti di forza, a differenza dei cugini Facebook e Instagram. Un esempio? Twitter ha acquisito Periscope, ma se qualcuno ci dice di fare una diretta video pensiamo immediatamente alle dirette Facebook.

Si può dire lo stesso degli hashtag? Oggi tutti li usiamo e sappiamo cosa sono grazie a Instagram.

Sì, Twitter ha introdotto l’uso degli hashatag come aggregatori di contenuti, ma gli utenti hanno imparato a usarli e a capirne il senso (forse) solo con Instagram. Inizialmente non sapevano che farne. twitterAltra cosa che non tutti sanno, ad esempio, è che gli influencer esistono anche su Twitter. Io mi diverto a chiamarli Tweet Star: sono utenti innamorati di questo social, con un seguito forte (ovviamente nulla di paragonabile alle cifre di Instagram) anche a livello di engagement. Sono seguiti, commentati, retwittati e contattati dai brand per dire la loro su un argomento specifico. Di solito sono contattati soprattuto per commentare dibattiti di attualità, conferenze stampa, eventi di una certa risonanza e dirette televisive. È curioso che la quantità di tweet e la posizione in tendenza dell’hashtag ufficiale sono, insieme ai dati auditel, le metriche prese in esame per valutare il successo di un programma televisivo.

Tutto chiaro, ma toglici un’ultima curiosità. Chi sono gli irriducibili follower di Twitter? Sapresti darci un’identikit?

Gli utenti che usano attivamente Twitter solitamente lo fanno per condividere la propria opinione, non cercano visibilità, molti non sono neppure iscritti con il proprio nome e cognome. E se pensiamo agli influencer, a differenza di quanto accade con Instagram, i guadagni per un Tweet d’opinione sul social non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli di un Instagram influencer.

Se volessi dargli un volto come dipingeresti l’utente medio di Twitter?

Probabilmente uomo, di età compresa tra i 35 e i 45 anni e con un livello di istruzione medio-alto. Lo immagino autoironico e molto legato alla community che si è costruito nel tempo.   Concetta Prencipe Content Specialist]]>

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