Gabriele Muccino, all’indomani del quarantennale della morte di Pasolini, lo aveva definito un “regista amatoriale”.
Premettendo la sua stima per Pasolini come scrittore e poeta, tuttavia Muccino non ha esitato ad asserire che “Pasolini regista aprì involontariamente le porte a quella illusione che il regista fosse una figura e un ruolo accessibile a chiunque, intercambiabile o addirittura improvvisabile”.
Il web non si è fatto attendere per una risposta ed anzi, a causa della valanga di insulti ricevuti per il suo post, Muccino è stato costretto a chiudere la sua pagina Facebook.
Ecco alcuni dei commenti del popolo del web a riguardo:
Tuttavia non mancano gli utenti che invece hanno preso le parti di Muccino:
Questo è solamente l’ultimo esempio della potenza mediatica che possono avere i social media.
Potersi esporre alla rete esprimendo le proprie opinioni è senza dubbio una grande conquista della nostra civiltà ma dobbiamo sempre considerare che quello che diciamo può non incontrare il favore di tutti i nostri “lettori” e dunque affrontarne le conseguenze.
Le dichiarazioni di Muccino, risultate non condivisibili dalla maggioranza degli utenti Facebook che ne hanno avuto a che fare, hanno scatenato una vera e propria rivolta del web che ha avuto conseguenze drastiche. Va anche detto che il regista romano è stato comunque il primo a pronosticare una possibile reazione negativa del popolo web alle sue affermazioni, decidendo tuttavia di esprimerle ugualmente.
Come già accennato in apertura, Muccino è stato costretto a chiudere la sua pagina Facebook a causa della pioggia di insulti.
I social network si dimostrano ancora una volta un’arma potente dal punto di vista mediatico e quest’ultimo “affare Muccino” ci fa rendere conto che richiedono particolare attenzione nel loro utilizzo.
Alessandro Riccò
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