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Notizie Facebook a pagamento: il futuro dell’editoria?

Notizie Facebook a pagamento, dalla parte degli editori Prima di approfondire il tema delle notizie Facebook a pagamento, è necessario un salto temporale lungo più di un paio d’anni (maggio 2015), quando per la prima volta il social network di casa Zuckerberg, per tendere una mano agli editori, lancia gli Instant Articles: lo strumento Facebook pensato per rendere l’esperienza di lettura delle notizie da mobile (in costante aumento) ancora più veloce e coinvolgente, senza che l’utente lasci la piattaforma. Accessibile in un primo momento solo a grandi player internazionali, tra cui il New York Times, BuzzFeed e The National Geographic, da aprile 2016 gli Instant Articles sono a disposizione di tutti gli editori, a conferma degli ottimi risultati ottenuti in fase di test. Ma quali sono esattamente i vantaggi per gli editori derivanti dall’utilizzo di questo nuovo strumento Facebook?

Facebook Instant Articles: quali vantaggi per gli editori

Più lettori. Sicuramente l’opportunità di attrarre nuovi lettori e intercettare gli abitué (che utilizzano l’app mobile di Facebook e Messenger) con contenuti che si caricano nella metà del tempo e assicurano una fruizione più interattiva grazie a funzioni quali la possibilità di zoommare le immagini in HD, scuotendo semplicemente lo smartphone, di commentare o mettere “mi piace” a una singola parte di un articolo e di interagire con le mappe e i contenuti video e audio. Più ricavi dalla pubblicità. La possibilità di vendere gli spazi pubblicitari all’interno degli articoli, trattenere il 100% dei ricavi derivanti e monitorare il comportamento degli utenti all’interno della piattaforma.  Articoli più cliccati. Stando ai dati raccolti durante la fase di testing, lo strumento Facebook ha generato il 20% di clic e il 30% di condivisioni in più rispetto agli articoli normalmente pubblicati sulla piattaforma. Significativa anche la considerevole riduzione del tasso di abbandono (70% in meno), a conferma del fatto che tempi di caricamento migliori facilitano e premiano l’esperienza di lettura.  

Notizie Facebook a pagamento: cosa sono e come funzionano

Bene, ma non benissimo, se Facebook decide di testare entro la fine del 2017 (anche in Italia) un nuovo servizio all’interno degli Instant Articles: le notizie Facebook a pagamento. Grazie alla collaborazione con una decina di partner editoriali statunitensi ed europei (tra cui uno italiano di cui non si conosce il nome), il social network testerà due modelli di pagamento, ben noti agli editori che da anni provano a monetizzare le notizie anche online. Il primo è il cosiddetto paywall, il modello grazie al quale si può leggere gratis un numero definito di articoli, superato il quale occorre sottoscrivere un abbonamento. Il secondo è il modello freemium, che consente agli editori di decidere quali contenuti offrire gratuitamente e quali a pagamento.

Notizie Facebook a pagamento: quali vantaggi per gli editori e per Facebook

Guadagni maggiori in termini economici e di credibilità. Far sottoscrivere un abbonamento agli utenti che leggono le notizie pubblicate nel formato degli Instant Articles su Facebook potrebbe essere una buona soluzione per incrementare i guadagni, non solo economici, degli editori (che tratterranno il 100% degli introiti provenienti dalla vendita degli spazi pubblicitari). In un momento storico in cui è sempre più difficile riconoscere le notizie di qualità, lo sforzo da parte del social di dare risalto ai contenuti provenienti da fonti autorevoli va senza dubbio incontro alla necessità degli editori di recuperare l’antica credibilità e al bisogno di Facebook di arginare il fenomeno delle fake news che popolano la piattaforma. Un tentativo da parte della piattaforma social di farsi perdonare per aver sottratto (numerose le critiche in tal senso) altro traffico alle testate? O l’ennesima stoccata nei confronti di Big G? Di sicuro si conferma, nella lotta fra titani del web, l’intento di Facebook di trattenere l’utente nel suo ambiente sempre più a lungo. E non dobbiamo spiegare il perché.   Concetta Prencipe Content Specialist]]>

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