Influencer marketing: cos’è (davvero)
I nostri nonni avrebbero parlato di passaparola, nell’universo dell’Instagram marketing il processo per il quale i cosiddetti influencer instaurano delle relazioni con un dato gruppo di persone, i propri follower, con l’obiettivo di pubblicizzare un dato prodotto/servizio per conto di un brand, più o meno noto, è meglio conosciuto come influencer marketing.
In altre parole, attraverso la condivisione di foto e messaggi con la propria community un influencer riesce a influenzare le decisioni di acquisto dei follower e, dunque, ad accrescere la potenza comunicativa di un brand. Tuttavia, perché l’influencer sia davvero in grado di condizionare la percezione del brand da parte del suo target e influire sulle sue scelte d’acquisto è necessaria una vera e propria strategia di influencer marketing, su cui sempre più aziende (non a caso) hanno deciso di puntare. E no, non consiste nel scegliere la celebrità con il maggior numero di follower.
Influencer marketing: alcuni miti da sfatare
Quello che i follower non dicono. Per impostare una corretta strategia di influencer marketing non basta orientarsi sul personaggio più seguito su Instagram. Il numero dei follower è sì importante, ma nulla può senza la capacità dell’influencer di mantenere viva la relazione con i suoi seguaci, potenziali consumatori. E uno dei criteri perché si crei una relazione duratura e proficua con l’utente sta nella promozione del prodotto/servizio senza che l’influencer esca dal proprio contesto: è importante essere fedeli allo stile (grafico-testuale) che ha fatto sì che quel personaggio sia così apprezzato e seguito.
Viva il pensiero laterale. Non sempre l’influencer ingaggiato deve essere legato al settore merceologico in cui opera l’azienda di cui sarà ambassador. In alcuni casi può rivelarsi vincente scegliere un testimonial legato ad un altro settore di business e seguito da una community potenzialmente ricettiva per il prodotto/servizio sponsorizzato.
Top Influencer Instagram: quanti ne conosci?
Non tutti gli influencer si assomigliano: sono almeno tre le categorie in cui potremmo suddividerli.
Top Influencer. Sono perlopiù celebrità e brand di una certa rilevanza a livello nazionale e internazionale. Per dirla con i numeri, si tratta di quegli account con un numero di follower superiore a 500mila e con un profilo facilmente riconoscibile, perché distante dalla vita quotidiana di un utente medio.
Macro Influencer. Si tratta di account che pubblicano contenuti di qualità e hanno un seguito tra gli 80 e i 500mila follower. In genere sono utenti che da tempo condividono con la propria community contenuti legati ad un tema particolare. La community sarà, dunque, particolarmente sensibile a quella tematica.
Micro Influencer. È la categoria più vicina al target a cui punta la maggior parte dei brand. Comprende gli account tra i 30 e gli 80mila follower, solitamente con una certa rilevanza nel territorio di appartenenza. Il loro successo è dovuto oltre che alla vicinanza territoriale anche alla tipologia di contenuti postati, molto vicini alla quotidianità e, dunque, facilmente condivisibili. L’utente medio si riconosce nel contesto e tende più facilmente ad accordare la sua fiducia al testimonial: è più difficile che si accorga della sponsorizzazione dei prodotti presenti nella foto. In questo senso, i micro influencer potrebbero rivelarsi più efficaci rispetto a un top influencer.
Instagram e influencer marketing: ricapitolando. Punto per punto.
Occhio all’influencer. Per impostare una corretta strategia di influencer marketing, una volta definiti gli obiettivi da raggiungere, è fondamentale scegliere il giusto influencer: che sia un singolo individuo, un gruppo di persone o il brand stesso, la scelta deve essere oculata e tener conto del target a cui ci si rivolge. E non solo del numero dei follower. Il successo o meno della decisione sarà presto decretato dalla risposta della community. Un influencer esiste solo nella misura in cui esiste una community che lo supporta.
Micro è meglio. Non tutto ciò che è “top” funziona meglio. Non sempre, perlomeno. Gli account tra i 30 e gli 80mila follower comunicano maggiore naturalezza, tanto che l’utente pensa di conoscerli personalmente e per un’azienda è più semplice far passare (in)osservata la sponsorizzazione dei prodotti.
Fashion. Travel. Food. What else? Se stai pensando di investire in Instagram e influencer marketing, ma la tua azienda non si occupa di moda, viaggi o enogastronomia non preoccuparti: una buona strategia di influencer marketing funziona per qualsiasi tipo di prodotto e servizio. Se non sai da che parte cominciare, puoi sempre chiederci una consulenza.
Alessandra Turriziani
Social Media Manager