Influser, questi sconosciuti
Qualcuno potrebbe storcere le labbra, qualcun altro penserà sia semplicemente un refuso, altri sapranno che influser è un neologismo nato dalla fusione di influence e user. Una parola nuova usata per riferirsi a una categoria di individui che nuova non è, anzi, esiste da sempre. Tuttavia, bisogna aspettare il 1962 e la pubblicazione di “Diffusion of innovation” di Everett M. Rogers per dare concretezza e nome a chi il sociologo americano descrive come innovatori, grazie ai quali il resto del mondo può accettare il cambiamento e le novità che i primi introducono.

Fonte Influse
In effetti, come si legge sulla home page di Influse, società italiana nata nel 2016 che sul concetto di influser ha costruito un business, gli influser sono alcuni individui più inclini di altri ad accettare e diffondere nuove idee e abitudini di consumo; soggetti in grado di determinare oggi il successo di domani per brand e prodotti.
In poche parole, sono una sorta di influencer inconsapevoli che, per inclinazione naturale, vanno a caccia di novità e riescono facilmente a influenzare i gruppi sociali di cui fanno parte. Ricercano, acquistano e provano sulla propria pelle prodotti/esperienze prima che il resto del mondo ne sia a conoscenza e, solo dopo averli “testati”, ne parlano e invogliano all’acquisto.
Influser: l’identikit
Tutto chiaro. Ma, se non sono influencer con centinaia di migliaia di follower, come fare a riconoscerli? Una risposta a questa domanda la danno ancora una volta Influse e la società italiana di ricerca di mercato Doxa che, attraverso un’indagine mirata, hanno individuato quanti e quali sono gli influser in Italia.

Fonte Doxa.it
Pochissimi, solo il 4% degli intervistati avrebbe le caratteristiche dell’influser, la stragrande maggioranza si colloca tra i curiosi (57%). E, sebbene non ci siano condizioni anagrafiche, socio-culturali od economiche precise per far parte della categoria, la maggior parte degli intervistati sono uomini, tra i 18 e i 35 anni, con un livello di istruzione medio e tanti interessi che coltivano attivamente e continuamente. In primis si interessano di tecnologia, cibo, viaggi, film, serie tv e musica. Amano essere parte di più gruppi sociali (soprattutto digitali), leggono riviste di settore e di nicchia e sono sempre aggiornati. Insomma, vogliono essere sempre e comunque un passo avanti e un punto di riferimento per chi frequentano, tanto che il loro senso di identità è fortemente legato ai gruppi di cui fanno parte e agli scambi che li caratterizzano.
Bye bye influencer?
Ed è proprio il ruolo che esercitano all’interno di queste nicchie digitali e l’effetto domino che scatenano con il passaparola a interessare in misura crescente aziende e brand. Più degli influencer? In modo diverso, oserei dire.
Una strategia di influser marketing non sostituisce, piuttosto integra una strategia di digital marketing tradizionale, perché estremamente efficace su quella fetta di consumatori dal profilo ben delineato e del tutto immuni alle comunicazioni pubblicitarie aggressive.
Concetta Prencipe
Content Specialist