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Facebook e il monitoraggio delle conversioni offline [II parte]

Insiemi di azioni offline) introdotta da Facebook per monitorare le conversioni offline degli utenti che visitano e acquistano negli store dopo aver visualizzato e interagito con un annuncio sponsorizzato sul social. Oggi, a fronte dei risultati dei primi test che stiamo conducendo per alcuni clienti, mi riservo questo spazio per riflettere e provare a immaginare quali soluzioni Facebook adotterà per ridurre l’eterno divario fra reale e virtuale.

Conversioni offline: breve ripasso

Partiamo da un breve recap utile a quanti non hanno ancora letto l’approfondimento sul tracciamento delle conversioni offline. Grazie al recente strumento Insiemi di azioni offline Facebook consente alle aziende, con punti vendita fisici, che scelgono di investire in Advertising sul social di ottenere un riscontro effettivo delle visite e degli acquisti effettuati in negozio, dopo aver interagito con un contenuto sponsorizzato. In poche parole, per un’azienda che stanzia un budget per l’Ads su Facebook riuscire ad avere un report dettagliato sulle conversioni a cui quello stesso annuncio ha portato vuol dire poter ottimizzare le campagne future, massimizzare gli incassi e continuare a investire sulla piattaforma pubblicitaria. Fantastico, no?

Conversioni offline: tra passato e futuro

Cosa cambia rispetto a ieri. Fino a non molto tempo fa, per ridurre la distanza tra il reale e il virtuale e misurare i ritorni di una campagna Facebook sull’offline, le aziende potevano ricorrere solo ad attività di couponing; alla local awareness ads (annunci sponsorizzati rivolti a quegli utenti che si trovano nelle vicinanze del proprio negozio, intercettabili grazie alla geo-localizzazione mediante GPS) e alle Offline Conversions API (un complesso sistema, rilasciato in versione beta, per collegare il CRM aziendale all’account pubblicitario di Facebook). Più banalmente, potevano creare un “evento” Facebook, che per quanto indicativo, non restituisce un risultato certo (un utente può, infatti, esprimere il proprio interesse e anche far sapere che parteciperà al suddetto evento, ma non per questo prendervi effettivamente parte). Oggi, oltre a tutto ciò, con il nuovo metodo di tracciamento delle conversioni offline (Insiemi di azioni offline), un’azienda può conoscere quanti utenti hanno effettuato un’acquisto e in quali dei propri punti vendita la campagna Facebook Ads ha ottenuto risultati migliori (al momento lo strumento è disponibile solo per le catene di negozi e non per i singoli e medio-piccoli esercizi commerciali) e al tempo stesso ottenere una serie di dati in più relativi agli acquirenti. In altri termini, l’azienda può ricavarsi un ROAS (Return of Advertising Spending) ed un target ancora più precisi. In che modo? La nuova funzionalità di Facebook consente di combinare i dati del database aziendale (ad esempio quelli ottenuti con il rilascio delle carte fedeltà oppure tramite i pagamenti effettuati via POS) con i dati in possesso di Facebook. Da questa operazione di data analysis l’inserzionista può comprendere quanto il suo investimento in Ads è fruttato e come, eventualmente, ottimizzare le prossime campagne. Cosa potrebbe verificarsi domani. Sulla base di quanto già implementato, per ridurre la distanza tra reale e digitale, non credo sia troppo azzardato immaginare, in un lasso di tempo abbastanza breve (due anni?), il ricorso da parte di Facebook ad altri strumenti, quali la realtà aumentata. Basti pensare al successo di Pokemon Go e alla possibilità di sfruttare, anche in questo caso, la combinazione di una simile tecnologia con il coinvolgimento ludico per invogliare l’utente a “comunicare la propria posizione” e altri dati personali. Perché non immaginare un vero e proprio game, studiato ad hoc e che sfrutti la tecnologia della realtà aumentata, per far interagire l’utente? Inoltre, grazie alla tracciabilità, mediante GPS, delle visite effettuate in negozio, le aziende hanno a disposizione un nuovo strumento per fare remarketing. Avete pensato alle DEM? Ad esempio, si potrebbe inviare una email ad personam a distanza di 30 giorni dall’ultima visita o dall’ultimo acquisto effettuato in negozio, come già accade per gli e-shop.

Conversioni offline: quali sfide per le aziende

Provando a riflettere sulle possibili criticità con cui le aziende che utilizzano lo strumento dovranno fare i conti, penso che un punto su cui lavorare sia il passaggio da una rosa di dati quantitativi ad una di dati qualitativi. Provo a spiegarmi meglio: per un’azienda è fondamentale non solo raccogliere dati, ma anche analizzarli, provando a capire, nel tempo, quale sia il reale valore dell’utente che ha convertito. Ad esempio, occorrerà chiedersi, se ha convertito, cosa ha acquistato? Perché ha scelto quel prodotto e quella specifica offerta e non altro? È un cliente abituale oppure no? E così via.

Conversioni offline: quali sfide per Facebook

Da tempo Facebook mira a diventare una piattaforma sempre più integrata in grado di offrire sempre più servizi. È sotto gli occhi di chiunque utilizzi il social da almeno un paio di anni. Mi chiedo: se il social network più conosciuto al mondo riesce a seguirci in negozio, riuscirà anche, prima o poi, a farci acquistare direttamente sul social? Beh, sono convinto che Facebook saprà certamente come stupirci, ancora una volta. Nell’attesa, noi di Fungo continueremo a testare. Voi scaldate i motori e stay tuned!   Valerio Italia Co-Founder @ Fungo Marketing]]>

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