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Droni, messaggeria e foto: Facebook non rallenta affatto

Facebook sta perdendo terreno? Guardate gli ultimi numeri della galassia targata Zuckerberg.   Da qualche tempo circolavano voci circa il sempre minore interesse per Facebook da parte di nuovi utenti, e già in molti si affrettavano a dire che il social network stava pian piano perdendo terreno, ma è davvero così? [caption id="attachment_1675" align="aligncenter" width="1100"]droni ajean.net[/caption]

A guardare i dati di Whatsapp ed Instagram non si direbbe affatto, ma la novità vera concerne l’utilizzo di droni.

  Andiamo per ordine, lasciando per ultima la spiegazione dell’ambizioso progetto che prevede l’utilizzo dei droni e concentriamoci ora su Instagram e Whatsapp.

Acquistato dal colosso di Zuckerberg per un miliardo di dollari, ora ne vale più di 35.

  Fin dal suo lancio nell’ottobre 2010, i numeri di Instagram non hanno mai smesso di salire. La motivazione di questa vertiginosa crescita è facile da individuare: Instagram è considerato da molti il social più vicino agli utenti. I numeri sono veramente impressionanti: il numero di utenti attivi ha superato i 300 milioni ogni mese, con totale di più 30 miliardi di foto condivise di cui 70 milioni, con rispettivi 2,6 miliardi di like, al giorno.

Anche i numeri relativi a Whatsapp parlano chiaro: a gennaio 2015 era la piattaforma social più attiva con il 25% di utenti,

  e sempre rimanendo in “famiglia” Zuckerberg, l’app Messenger, legata indissolubilmente a Facebook,  è riuscita a superare l’incredibile cifra del miliardo di downloads sul Play Store.

Ma l’ambizione di Zuckerberg non si ferma qui: l’ultima novità è connettere tutto il mondo utilizzando i droni.

  L’ambizioso progetto è stato confermato tramite un post sullo stesso social network e sfiora quasi la fantascienza: verrano utilizzati velivoli droni per “portare” internet nei due terzi del globo che ancora non sono connessi e che contano circa 2,7 miliardi di persone e dunque potenziali nuovi utenti. I droni utilizzati saranno 11.000 e grazie l’alimentazione a celle solari avranno un’autonomia di mesi. Potranno diffondere i dati grazie ad una tecnologia denominata “FSO”, che utilizza laser al posto delle canoniche onde radio, con velocità di transizione simile a quella delle fibre ottiche.   Alessandro Riccò Content writer @Fungo Marketing              

       

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